Veicoli Bug Out
Bug Out
“Bug Out”. Termine tremendamente di moda, che letteralmente significa “togliersi dai piedi”. O “scollare, andarsene, levarsi di mezzo”. Smarcarsi da quella situazione improvvisa di pericolo che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, inaspettatamente. I sostenitori ormai mondiali del SHTF, ovvero quando la “pupù” arriva al ventilatore, ne hanno fatto un credo, e anche qui da noi si comincia a ritenere che l’avere un piano ed un posto ove andare potrebbe non essere una cattiva idea. Ribadendo il concetto dell’essere preparati, l’avverarsi di una situazione limite, e lo vediamo proprio in questi giorni, potrebbe semplicemente essere generata da moti sociali, paralisi dei trasporti e conseguentemente degli approvvigionamenti, tempesta magnetiche con temporanei blocchi informatici e più semplicemente catastrofi naturali che sempre più frequentemente vediamo accadere. Basterebbe un’inondazione, o un piccolo terremoto per mandare in crisi quel delicato sistema nel quale confidiamo quasi ciecamente. Così è sorta tempo fa la mentalità “bug out”, ovvero la presenza di un posto ove andare, possibilmente attrezzato, isolato ma non troppo, ove rifugiarsi nell’attesa che torni la calma. Migliaia di articoli sono stati scritti a proposito, ma oggi vogliamo partire dal presupposto che una meta ci sia, magari solo la casa dei nonni in campagna. Ma il problema che si pone è: come? Quale mezzo utilizzerò per andarmene e possibilmente alla svelta? Dove vivo? Dove arriverò e con chi?
Il primo elemento da considerare, che sovrintende a tutti gli altri, è il concetto di tempestività; se la decisione di andarsene dalla città sarà presa con largo anticipo, probabilmente la nostra auto di famiglia carica di scorte sarà più che sufficiente, sempre che non ci si trovi in presenza di catastrofi naturali. Come sempre il prevenire è l’arma migliore, ma nella realtà la nostra cieca fiducia nello stato sociale e la difficoltà di abbandonare improvvisamente gli impegni presi saranno il principale freno a tale decisione.
Ho quindi provato ad esaminare quale possano essere le possibili opzioni in caso di “bug Out” dalla città o da un luogo minacciato, fermo restando che uno dei problemi principali, anche nell’immediato, sarà la disponibilità di carburante.
AUTO: vediamo ovunque immagini di camper e fuoristrada meravigliosamente preparati ed attrezzati, in grado di inerpicarsi su sentieri scoscesi e con cucine e sistemi di autosufficienza a prova di guerra nucleare, ma in realtà il loro utilizzo è strettamente legato al concetto di prevenzione precedentemente formulato. Il primo nemico della fuga sarà il traffico, la coda, la contemporaneità della percezione del pericolo ed il disordinato ammassarsi di migliaia di veicoli sulle grandi strade di comunicazione. Un’auto adeguatamente preparata sicuramente ci permette opzioni differenti e più drastiche, ma pochi possono permetterselo e probabilmente non sarà necessariamente tale scelta a fare la reale differenza. In realtà anche la nostra auto, dotata di un minimo kit di sopravvivenza agli imprevisti, che esamineremo più avanti, sarebbe un veicolo più che sufficiente con un buon portapacchi, ma a condizione che le strade siano percorribili.
Cominciate pertanto ad immaginare, ed a provare, un percorso alternativo, fatto di stradine dimenticate, con scelte inusuali e magari meno dirette, ma che probabilmente sarebbero ignorate dalla maggior parte delle persone, rammentando comunque che oggi tutti hanno un navigatore con le differenti opzioni. Basta uno sterrato non segnalato, un campo praticabile, un passaggio in un fondo che sappiamo aperto a fare la differenza e liberarci da eventuali blocchi stradali. L’auto, ma questo sempre e comunque, specialmente durante il periodo invernale, dovrebbe essere dotata di un minimo di attrezzatura specifica da utilizzare anche in caso di semplice guasto meccanico, magari nelle ore notturne. Principalmente ( questo Marco Racca lo potresti mettere in un box a parte nella pagina) una torcia, qualche attrezzo meccanico quali chiavi, pinze, cacciavite e nastro americano, cavi batteria, kit pronto soccorso, una tanica pieghevole, guanti invernali e di gomma, una corda ( paracord o da arrampicata) accendino, due lumi tipo Cyalume, martello rompivetro, fischietto, cartina ( il gps si spegne, quando serve, per le batterie o per sfortuna) pile e vecchio giubbotto ed una coperta. Almeno due bottiglie d’acqua e qualche barretta, da sostituire periodicamente. Sta tutto in un piccolo zainetto, io lo tengo costantemente in auto.
Se avrete la possibilità di fuggire utilizzando la rete viaria senza rimanere imbottigliati dopo qualche chilometro, lo stesso discorso si può fare per
camper e roulotte.
Personalmente ritengo la roulotte una scelta ottima e poco considerata. Offre di per sè un riparo attrezzato e riscaldato, può trasportare cibo ed attrezzatura per molti giorni, vi permette di NON dover avere un luogo specifico ove rifugiarvi ma di considerare più opzioni a seconda dell’emergenza, vi rende indipendenti, anche sganciando la macchina per permettervi maggior mobilità, e quasi autosufficienti. Soprattutto oggi, in particolar modo quale un pò datate, le roulotte hanno prezzi d’acquisto molto contenuti e sono soggette a bassissima obsolescenza, contrariamente ai camper. Già con un paio di migliaia di euro si può acquistare qualcosa e la maggior parti dei lavori di riparazione e ripristino possono essere fatti in casa. IN rete, ne ho personalmente approfittato, ci sono moltissimi schemi, tutorial e forum dedicati
E se mi sono deciso troppo tardi? Se tutti i miei vicini mi hanno preceduto? Se la natura ha già flagellato strade e vie di comunicazione? In questo caso dovrò scegliere veicoli alternativi che mi consentano una maggior mobilità, anche a scapito dell’attrezzatura che potrei portare con me.
Le possibilità più comuni sono il QUAD, la MOTOCICLETTA e la BICICLETTA.
Si, anche la bicicletta. Ma cominciamo dal Quad.
Ottima possibilità di carico, specialmente quelli da “lavoro”, già attrezzati con gavoni anteriori e posteriori e portapacchi davvero robusti. Sono molto più stretti ed agili di un’auto (anche nelle loro versioni con tetto), consentono ottime escursioni in fuoristrada e percorsi alternativi; possono essere attrezzati con piccole taniche, aumentandone l’autonomia e trasportano ( in situazioni limite ovviamente) sino a tre persone, magari un bambino. Come controindicazione ha appunto l’autonomia, l’elevata costo di acquisto, il fatto di conoscere la tecnica di guida, molto meno intuitiva di quanto non si pensi, specialmente a pieno carico, e la limitata possibilità di trasporto di attrezzature. Ovvero, come anche gli altri mezzi che esamineremo, presuppone l’identificazione di un “posto ove andare” specialmente durante la stagione invernale. Inoltre il quad, carico ed attrezzato, è facilmente identificabile, così come la auto iperpreparate, da chiunque versi nella nostra situazione di emergenza, suscitando immediato desiderio ed aggressività. In altre parole contravviene a quella attitudine di “grey man”, ovvero di persona che si confonde tra la folla, della quale abbiamo parlato in altri articolo precedenti, che potrebbe consentirci di allontanarci indisturbati.
MOTOCICLETTA:
le considerazioni sono simili a quelle fatte per il quad, ma con caratteristiche differenti. Innanzitutto, ed in una situazione limite potrebbe avere un peso determinante, l’agilità. Correttamente condotta, e non è da tutti specialmente in due ed a pieno carico, si svincolerebbe da qualsiasi blocco del traffico. Consentirebbe, a seconda del modello scelto, anche percorsi alternativi fuoristradistici, e la possibilità di raggiungere mete isolate in modo da potersi tenere lontano dal disordine, perlomeno per i primi giorni. Con l’aggiunta di una piccola tanica consente un’autonomia di alcune centinaia di chilometri, spesso sufficienti ad un’efficace Bug Out. Immagino, se si desiderasse sceglierne una per questa particolare esigenza, un vecchio monocilindrico o bicilindrico enduro, con gomme moderatamente tassellate, poca elettronica, serbatoio capiente e robusto portapacchi. Modelli degli anni ’90, economici ed ancora perfetti ed affidabili. Ma non necessariamente di grande cilindrata; anzi , mi sono personalmente divertito a crearne uno partendo da un vecchio ciclomotore Piaggio Bravo, pagato 250 euro, al quale ho poi aggiunto una tanica centrale da 5 lt, non presente in foto, portando così l’autonomia a 220 chilometri. Forse fuggirei da solo e magari lentamente, ma fuggirei. Con uno zaino e qualcosa nella cassetta posteriore, ed una tenda legata sopra, ma l’emergenza è l’emergenza e l’intera operazione mi è costa meno di 400 euro.
In generale per tutti i mezzi a motore l’elettronica è spesso fonte di problemi; non solo in caso di EMP ( naturale o indotta, come potrebbe accadere in caso di disordini civili) ma anche per la semplicità di un mezzo da usare in situazioni estreme e che non ammettono guasti.
Ma è il solo modo di scappare? No, esiste altro ed è la bicicletta!
Ci hanno combattuto guerre, salvato vite, recapitato corrispondenze, girato il mondo ed esplorato luoghi inaccessibili. Potremmo usarla noi per metterci in salvo. Costo ridotto , anche usando ciò che già possediamo, possibilità di averne una per ogni membro del nucleo famigliare, totale svincolo dalla carenza di carburante e massima agilità. Sembrerebbe il mezzo perfetto, specialmente acquistando piccole borse specifiche per trasportare l’attrezzatura minima necessaria, ma non è così.
La bicicletta richiede un minimo di preparazione meccanica per servire a tale scopo e soprattutto prevede che NOi siamo in grado di utilizzarla. Un’adeguata preparazione fisica, anche minima ma costante, al suo utilizzo lo renderà possibile, ricordandoci che sarà carica, noi saremo sotto adrenalina, sarà indicibilmente più pesante di quanto ricordiamo, affronteremo salite, suderemo e potremo trasportare pochissimo. Poche decine di chilometri potrebbero essere sufficienti a fermare la fuga nostra e dei nostri famigliari. Esistono anche quelle a pedalata assistita, con autonomie che attualmente potrebbero essere sufficienti ma è un discorso da approfondire”. In un prossimo articolo approfondiremo le specifiche di una bicicletta attrezzata Bug Out. Per ora .. allenatevi e divertitevi!
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